Spiegazione scientifica e scienze cognitive

                               

 

La legge di natura nella sua funzione di legge di copertura

Il dibattito su cosa debba intendersi per «legge di natura» è molto ampio fin dai tempi di Hume, e può riassumersi sostanzialmente in due posizioni fra loro contrastanti:

  • la legge di natura è semplicemente il risultato della constatazione di una uniformità nel succedersi dei fenomeni naturali, senza nessuna presunzione su un fondamento ontologico di questa successione (regolarismo);
  • la legge di natura è una entità ontologica presente nel mondo e completamente a sé stante, che regola il succedersi degli eventi e ne determina la necessità (realismo ontologico, o necessitarismo).

Hume era naturalmente un fautore della prima opinione, ritenendo che solo David Humel'abitudine al succedersi regolare di determinati eventi ci spinge a definire tale succedersi come legge. Questa posizione, criticata in epoca moderna da autori come M. Tooley, F.I. Dreske, D.M. Armstrong, conserva tuttavia un notevole prestigio per il suo approccio antimetafisico, che esclude la presenza di «principi ultimi» (quali invocati, ad esempio, anche da W.C. Salmon a proposito della causalità) presenti a priori nella natura, e la cui esistenza non è dimostrata in maniera cogente se non attraverso l'intuizione.

Non ci soffermeremo su questo dibattito, ma ne sottolineiamo una conseguenza piuttosto rilevante ai nostri scopi. Si è soliti definire explanandum l'oggetto della spiegazione scientifica, e cioè il fenomeno osservato, ed explanans l'insieme degli enunciati che costituisce o dovrebbe costituire la spiegazione stessa. Ebbene, se la legge di natura altro non è che la registrazione fedele della regolarità dei fenomeni osservati, siamo costretti a concludere che essa non è un explanans, ma un explanandum: ci dice cioè come i fenomeni si verificano, e non perché. Questo è un motivo forte per ritenere che la sua inclusione fra le premesse dell'inferenza nomologico-deduttiva alla Hempel-Oppenheimer possa invalidare l'inferenza stessa riducendola a tautologia. E' bene a questo punto distinguere, quindi, fra una pretesa legge di natura e quello che viene invece chiamato, in linguaggio scientifico, un effetto: e cioè la descrizione di una regolarità in un ambito particolare di una scienza.

Tutto questo riveste per noi un'importanza particolare, perché, come vedremo, nelle scienze cognitive la maggior parte degli oggetti di ricerca sono, per l'appunto, degli effetti.

 

Università degli Studi di Pisa, Corso di Epistemologia ( prof. G. Tamburrini), AA. 2000-2001