La teoria BDI
(Belief - Desire - Intention)
Nel modello BDI, la psicologia è
intesa come un corpus di interazioni fra agenti psichici elementari, che
vengono utilizzati per la descrizione degli eventi psichici dando per
scontata la loro definizione; analogamente, nella descrizione del
funzionamento di una macchina, non si ritiene necessario definire il
singolo pulsante o la singola leva, ma l'attenzione è posta soprattutto
sul rapporto fra le relative parti, nell'idea che i concetti di base
siano condivisi da tutti (tranne forse che dai filosofi, i quali però
non vengono interpellati).
Di particolare importanza sono tali
concetti, in quanto sussiste la possibilità che essi non solo non siano
consci, ma che non possano essere portati alla coscienza, venendo
a costituire un corpus di elementi atomistici in libero gioco fra loro,
che possono venire esplorati solo obliquamente attraverso manifestazioni
accidentali quali il sogno, il lapsus, il motto di spirito e il sintomo
nevrotico. Elementi psichici consci accettati implicitamente come
definiti - o su cui si ipotizza un consenso di definizione - vengono
manipolati per studiare altri elementi, ancor più sfuggenti perché
preclusi al pensiero conscio.
Inoltre, anche nelle scienze cognitive
di impostazione non psicanalitica, le attitudini proposizionali previste
dalla teoria BDI sono pensate come sostanzialmente isolate, secondo un
atomismo difeso da alcuni, come Fodor e
Lepore ma aspramente contestato da eliminativisti come Churchland.
La teoria BDI infine non risolve quello
che è stato definito da Cummins
come il «gap di Leibniz», e che consiste nella incolmabile differenza
fra i concetti che usiamo per descrivere i fatti psicologici in una
spiegazione DBI e quelli che usiamo per descrivere gli eventi
neurobiologici, dove trattiamo invece «synapses rather than thoughts».
In tal modo, ogni spiegazione BDI perde, da un punto di vista puramente
filosofico, la natura di spiegazione vera e propria, per quanto
predittiva possa essere e per quanto possa aderire alla descrizione
reale dei rapporti reciproci degli elementi psicologici. L'approccio
delle neuroscienze sembra tentare la strada opposta per colmare questo
gap. |