L'approccio
evoluzionista
Come in ogni altra questione biologica,
l'approccio evoluzionista funziona con grande efficacia in psicologia,
in quanto prototipo di ogni spiegazione
funzionale: bisogna tuttavia distinguere almeno due livelli di
applicazione dell'evoluzionismo in psicologia, che hanno diversi campi
di interesse e anche diverse prospettive di applicazione. A
un livello più generale, la selezione darwiniana è in grado di
spiegare molte delle capacità psicologiche come sono presenti nell'uomo
e nell'animale: ad esempio, la visione prospettica o la capacità di
apprendere un linguaggio, dati i grandi vantaggi, in termini evolutivi,
che queste capacità rappresentano per gli animali che le possiedono. La
spiegazione evoluzionista da questo punto di vista consente di capire,
in un certo senso, il perché dello sviluppo di una facoltà,
senza occuparsi sostanzialmente del come; e tuttavia, anche il
perché è in questo caso parziale, in quanto, come in ogni spiegazione
funzionale, la domanda-perché è rivolta alla spiegazione del
propagarsi in una specie di una determinata caratteristica, e non alla
spiegazione, in termini causali e diretti, di quella caratteristica in
sé. In questo senso essa presenta le stesse limitazioni delle altre spiegazioni
funzionali; il suo vantaggio è tuttavia quello di non essere
esclusiva, ma di ammettere approcci alternativi senza essere, in
sostanza, confutata. Indipendentemente da quale approccio esplicativo
scegliamo in psicologia, la spiegazione evolutiva avrà sempre una
classe di problemi cui si applica con successo. Ma
più recentemente l'evoluzionismo è stato chiamato in causa anche per
chiarire lo schema di funzionamento della psiche nei suoi meccanismi
neurali, e quindi come modello di spiegazione applicato alle
neuroscienze e al funzionamento della singola mente. E' il
cosiddetto darwinismo neurale di cui il principale esponente è Gerald
M. Edelman. In esso si suppone che la selezione agisca non solo come
principio generale per le capacità psicologiche, ma anche a livello
neurale sotto forma di competizione neuronale che si esplica in diverse
fasi: durante lo sviluppo, quando con estrema variabilità si
costituisce il patrimonio neurale di base (o repertorio primitivo);
durante l'esperienza, con la selezione di circuiti attivi preferenziali
che vanno a costituire il repertorio secondario (principio che
presiede dunque anche alla formazione della memoria); ed infine durante
la vita psichica attiva attraverso il fenomeno del rientro, che
sta alla base della competizione fra mappe neuronali. Un sistema di
selezione neuronale a più livelli costituisce dunque una spiegazione
scientifica del comportamento in tutte le sue varianti, identificandosi
così come un vasto e complesso modello della mente. |