Il modello
come struttura dell'explanandum
Quando
nel 1687 apparvero i Philosophiae naturalis principia mathematica
di Isaac Newton, sembrò che fosse stata raggiunta una spiegazione
esauriente dei fenomeni fisici della meccanica dei corpi, adottando un
metodo che ricalcava, nel suo schema generale, quello già utilizzato da
Euclide per la matematica: posti alcuni assiomi iniziali, la cui
validità era, in base all'intuizione, al di là di ogni dubbio, ogni
successivo risultato si ricava in base a catene causali dimostrative,
fino a spiegare ogni singolo fenomeno osservato in natura. Questo
programma scientifico, importante all'epoca, troverebbe oggi grandi
difficoltà di applicazione nella stessa fisica, per arrestarsi del
tutto di fronte alle nuove prospettive aperte dalla quantistica. Ancor
più esso sembra inadatto alle scienze biologiche: nessuno penserebbe di
studiare la funzione polmonare a partire da assiomi per arrivare a spiegare
causalmente ogni singola osservazione clinica. La strada sembra essere,
anche qui, invertita rispetto alla spiegazione scientifica inferenziale:
lo studio degli explananda è al centro dell'attenzione, e la loro
interpretazione si attua all'interno di un modello, e cioè di
un'ipotesi generale sul come (e non sul perché) tali
explananda si realizzano all'osservazione. A
differenza della logica, dove il termine modello assume significati
particolari, nelle scienze empiriche il termine definisce una
costruzione più o meno astratta che condivide alcune caratteristiche
strutturali del dominio modellato (così, con alcune sfumature
semantiche fra loro, Wartofsky,
Hanson e Hesse).
Le proprietà del modello, così identificate nei loro rapporti
reciproci, vengono confermate dalla sperimentazione (attraverso cioè
l'identificazione di nuovi explananda) o utilizzate per formulare
previsioni di explananda ancora non realizzati. E' proprio il modello il
luogo geometrico in cui collocare, fra l'altro, la possibilità e la
causalità, e non in una realtà esterna che presterebbe loro una
realtà ontologica assai vicina a una concezione metafisica; così anche
van Fraassen esclude che le
modalità possano esistere in una realtà oltre i fenomeni, ma limita la
loro presenza al modello. In questo modo anche il problema delle leggi
di natura, che è strettamente legato a quello delle modalità, appare
vincolato pragmaticamente al modello formulato per quella specifica
sezione di realtà costituita dagli explananda. Così,
per tornare al nostro esempio iniziale, il vero interesse delle
osservazioni relative alla respirazione consiste nella possibilità di
inserirle in un modello generale che mostri come funziona il
polmone in condizioni normali e patologiche. Ma per arrivare alla
scienza empirica che ci interessa in questa sede, dovremo anzitutto
chiarire quali sono, in psicologia, gli explananda
che verranno a costituire il modello di studio. |