Il gap di
Leibniz
«Inoltre,
dobbiamo confessare che la percezione e ciò che da essa dipende non è
spiegabile in termini di ragioni meccaniche, vale a dire attraverso
forme e movimenti. Immaginiamo che esista una macchina le cui strutture
consentano ad essa di pensare, sentire e avere percezioni; potremmo
pensare di ingrandirla, mantenendone le proporzioni, in modo da poterci
entrare dentro, come si entra in un mulino. Così, se ne ispezioniamo
l'interno, troveremo solo parti che spingono l'una l'altra, e non
troveremo mai qualcosa che possa chiarire una percezione. E così noi
cercheremo la percezione nella pura sostanza, e non nella composta, o in
principi meccanici» (G.W. Leibniz, Monadologia, 1714) |